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Murillo, Bartolomé Estebán.

Pittore spagnolo. Scolaro di J. del Castillo, si formò studiando le opere di Tiziano, Van Dyck, Rubens. È considerato il maggiore interprete della pittura della Controriforma. Le opere giovanili dimostrano la sua adesione a un generico caravaggismo, ma già nella Sacra famiglia con l'uccellino, il tema sacro, svolto in una scena familiare, mostra l'attenuazione del gusto della pittura tenebrosa verso una visione gentile e un discorso semplice e accessibile. In coincidenza con un viaggio a Madrid e all'Escorial, dove ebbe forse modo di vedere quadri di Tiziano e della Scuola bolognese (Reni e Guercino), elaborò uno stile proprio fondendo il colorismo veneziano con il luminismo e il gusto scenografico barocco: i suoi quadri mostrarono maggiore movimento e spazio (Miracoli di Santi francescani per il convento dell'Ordine, 1645-48; Nascita della Vergine, 1665-68, dipinta per la cattedrale di Siviglia, ora conservata al Louvre di Parigi). A partire dal 1665 lavorò in molte confraternite e al servizio di vari ordini religiosi (alla chiesa di Santa María, a Banca, dal 1665 al 1668; al convento dei Cappuccini di Siviglia, dove accentuò il carattere aneddotico delle scene dipinte negli anni 1671-74; all'Ospedale della carità di Siviglia), elaborando quadri dove l'interpretazione realistica e comunicativa dell'episodio sacro, rispondente ai dettami pedagogici moralistici della Controriforma, spesso inficia il valore artistico. Infatti, solo dai quadri di genere popolaresco, per altro di non facile datazione (Ragazzi che mangiano la frutta, Galiziane alla finestra, Ragazzo mendico), nei quali si nota un'apertura verso il mondo picaresco, traspare la profonda ispirazione di M., teso a esaltare le possibilità espressive del colore (Siviglia 1617 o 1618-1682).